Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri […].

Cosicché essere colto, essere filosofo, lo può chiunque voglia

Antonio Gramsci

Il Secolo lungo: dall’Unità d’Italia alla Caduta del Muro di Berlino

Il Novecento e le sue storie

La narrazione della propria “esperienza” diventa racconto e il racconto di sé diventa storia: l’autoanalisi è al contempo individuale e collettiva, insieme di riflessioni sui processi di trasformazione della persona e della società, comprensione e costruzione del processo storico in atto attraverso la comprensione critica di se stesso.


L’iniziativa della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni

La nostra missione

La Università Popolare del Novecento è un istituzione culturale della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni. Istituzione privata che giuridicamente opera come associazione civica di promozione sociale o di volontariato.

Dedicata alla memoria dello storico Piero Melograni offre in primis, sia in maniera frontale che online, contributi storici, sociologici, letterari, artistici del nostro Novecento e non solo.Lezioni,  Seminari,  Conferenze,  Congressi, Tavole Rotonde vengono svolte anche telematicamente grazie ad una piattaforma multimediale di ultima generazione. Corsi tematici vengono agiti in una Summer School a Fiuggi.

La scelta di diffondere e consolidare la Storia del Novecento, ha lo scopo di arricchire la cultura dei meno giovani, erudire chi, senza distinzione di sesso, di età e di religione, volesse ampliare le proprie conoscenze e migliorare il proprio stato culturale.I “nostri docenti” sono personalità di chiara fama e di elevata professionalità che unitamente a giovani studiosi ed operatori della comunicazione offrono gratuitamente il proprio contributo di scienza ed esperienza.


Le Università Popolari

È tra gli anni 1900 e 1901 che nel nostro paese prende vita il movimento delle Università popolari, con lo scopo di divulgare la conoscenza scientifica senza discriminazioni religiose, sessuali, etniche e di età.Nacquero da un progetto del Partito Socialista e dei sindacati, che lo avevano mutuato dall’esempio di altri paesi, Svezia, Danimarca, Belgio, Ungheria e Inghilterra, in cui questo tipo di università aperte a tutti e senza preclusioni di sorta, era stato già avviato e con buoni risultati.

Durante il fascismo queste libere istituzioni subirono importanti rappresaglie, fino ad essere chiuse o inglobate negli istituti di Cultura Fascista.Con la fine della dittatura mussoliniana, grazie alle attività ed all’impegno del mondo laico socialista e repubblicano, vennero riaperte al pubblico per poi prendere decisamente piede in diverse città italiane.

Si tratta di un fenomeno che investe l’intera Europa, già ben seminata dal credo mazziniano e quello socialista, con la vocazione di promuovere l’istruzione popolare come qualificato mezzo di emancipazione delle classi più deboli.In Italia si mobilitarono per creare o partecipare a queste istituzioni popolari uomini di cultura, intellettuali, associazioni operaie, dirigenti politici e sindacali.

Tra i tanti si ricordano anche Gabriele D’Annunzio e Benedetto Croce che intervennero a Milano, nel 1906, al I Congresso Internazionale delle Opere di Educazione Popolare, insieme ai rappresentanti delle circa settanta università popolari allora operanti in Italia. A Torino venne istituita grazie ad una sinergia tra un gruppo di intellettuali ed associazioni operaie; a Roma grazie ad un gruppo di docenti con persino inaugurazione del ministro dell’istruzione in carica, on. Nasi; a Venezia fu invece il comitato operaio della Libera Scuola Popolare a farsi carico della nascita dell’Università Popolare. A Milano venne fondata da gruppi di impiegati e lavoratori; a Padova da studenti universitari; a Bologna dalla Lega Operaia e dall’Associazione Universitaria. Nel 1901 aprirono anche Pisa, Messina, Napoli, Livorno, Ferrara, Palermo, Mantova, Trieste, Genova, Benevento, Piacenza, Firenze, Alessandria in Piemonte ed… Alessandria d’Egitto.

Riveste grande importanza, in questa storia, la nascita e la diffusione della rivista “Università popolare”, fondata a Mantova nel 1901 e diretta dall’anarchico Luigi Molinari fino al 1918. Fu questa rivista a far conoscere in Italia le esperienze in corso all’estero e ad essa fecero riferimento tutte le Università Popolari italiane man mano che nascevano e si organizzavano. Un rivista popolare. che raccolse anche l’appello ed il plauso di Giosuè Carducci, impegnata nel sostenere una pedagogia laica ed antiautoritaria dando voce ai suoi esponenti come il geografo Emile Reclus, e pedagogisti studiati tutt’oggi come Enrico Pestalozzi, Maria Montessori, Duclaux.

Autori e collaboratori

PINO PELLONI

Storico, giornalista, scrittore

FELICE VINCI

Ingegnere nucleare, esperto di mitologia antica

ANTIMO DELLA VALLE

Giornalista pubblicista, storico